Più o meno le sette del mattino, fuori ancora solo luce artificiale. La mente affollata di pensieri dai contorni indefiniti, ma opposti al senso di marcia del treno diretto a Milano. Così tutti i giorni feriali, forse lo stesso vagone, la stessa gente, la stessa musica negli auricolari, gli stessi sguardi ormai familiari eppure estranei. Percezioni che rimbalzano da un sedile all’altro, da uno scompartimento all’altro. Il vagone procede facendo il minimo rumore, forse perché alzo il volume delle cose solo mie, e mi pare ancora di sognare.
forse perché alzo il volume delle cose solo mie, e mi pare ancora di sognare.
stupenda Claudio!
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Grazie!
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